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domenica 11 maggio 2014

Col dito col dito, orgasmo garantito

Di sesso e porno si fa un gran parlare: l'argomento è spesso trattato alla stregua del tempo atmosferico ormai, e soprattutto tra le più giovani pare che vantarsi delle proprie acrobazie sessuali sia una pratica comune. A Milano un paio di anni fa un medico di un noto ospedale lamentava la continua richiesta da parte delle giovanissime di anticoncezionali quali la pillola del giorno dopo. Oltre al fatto che mi chiedo quanti effettivamente sappiano come funziona la prevenzione delle malattie sessuali e delle gravidanze e quali siano queste malattie o cosa possano causare, mi chiedo anche quale sia l'educazione sessuale che spesso viene impartita a scuola o dalle famiglie. Purtroppo i tabù sono ancora oggi tantissimi, e raramente si parla della sfera sessuale in famiglia. Quando parlo di sfera sessuale non intendo il raccontare a tuo fratello maggiore che "a quella lì gliel'ho buttato" o dell'ultimo porno scaricato "per errore" che tua madre ha beccato sul computer (mettete sempre le password e le cartelle nascoste!). Intendo parlare di tutto ciò che ha a che fare con l'eros, con pratiche e concetti che fanno parte della sessualità di una persona e dell'approccio al proprio partner di qualsiasi sesso sia, e inoltre della sfera psico-affettiva. Anche se non state con la persona con cui fate sesso, una parte di voi ha comunque un legame chimico con l'altro/a, che ha a che fare più o meno positivamente sulla vostra psiche e sulla sua. È più facile di quel che sembra danneggiare gli altri a livello sessuale in una comunità che non comunica e non trasmette conoscenze a chi si approccia al sesso nella giovane età.

Dopo questa introduzione passiamo alla parte divertente: come si fa sesso? Sembra scontato, eppure quanti hanno avuto una prima volta decente? Pochissimi. Di solito dopo migliora se si comunica, se la persona con cui lo fai sta attenta alle tue espressioni, alle risposte del tuo corpo e del suo: tuttavia sento un sacco di uomini e di donne lamentarsi della loro vita sessuale. Dato che di solito si inizia esplorando il corpo altrui, magari evitando i globuli rossi parlanti direi che possiamo introdurre una pratica di semplice esecuzione e che non dovrebbe portare facilmente alla trasmissione di malattie: la stimolazione femminile manuale, anche noto come ditalino.
Tralasciando l'infelice scelta del nome della pasta, avete tutti presente di cosa si tratta in teoria. Stiamo parlando di penetrare una donna con le dita (magari evitate il pollice che è proprio triste) dopo averla adeguatamente stimolata sulla clitoride. Sia chiaro che presentarvi e metterle una mano nelle mutande non è una buona tattica a meno che non desideriate un'accusa di tentato stupro; perciò supponiamo che siate già andati oltre ai baci e le palpatine, e che lei sia consenziente. Per le lesbiche di solito è più facile, dato che masturbandosi le donne apprendono maggiormente come funziona la loro vagina (se non vi siete mai masturbate, provateci anche solo una volta, per puro scopo didattico; sia mai che vi piaccia pure), quindi sanno almeno le basi per approciare a quella altrui. In ogni caso, ogni donna ha un sistema neurale diverso, perciò ad alcune piacerà maggiormente la stimolazione clitoridea mentre ad altre quella vaginale o anale; ma non divaghiamo.

Dato che mi è successo che alcuni dei miei partner mi chiedessero come e dove volevo essere toccata, ho capito che non solo un uomo deve essere attento alle risposte della propria partner, ma che spesso non sa un accidenti. Prima di tutto se una donna non è correttamente lubrificata anche la penetrazione di un solo dito può essere estremamente dolorosa, infatti i muscoli sono contratti e l'attrito con le mucose è paragonabile allo spazzolino sfregato su un'afta. Doloroso vero? Già, immaginavo. Inoltre vi scongiuro, tagliatevi le unghie, lavatevi bene le mani e siate delicati. Non siamo fatte di legno, anche se per alcune non si direbbe.

Sfatiamo dei miti comuni: la clitoride non è un bottoncino da schiacciare, e la velocità gradita non parte con la quinta. Avete presente un diesel? Inoltre leggere pressioni ritmiche e movimenti rotatori vanno molto meglio di un furioso sfregamento. Non state togliendo una macchia, non è neppure una partita a Street Fighter, ce la potete fare. Erroneamente alcune donne pensano che i musicisti, avendo il senso del ritmo, sappiano occuparsi della loro vagina. Sbagliato. Un modo molto facile per capire se quello che fate è giusto, oltre all'aumento della lubrificazione e al nascere dei gemiti (non sono sempre così scontati), è il movimento del bacino, che spesso tenderà ad accompagnare i movimenti e detterà il ritmo. Se lei non si muove, o è morta (e la necrofilia è un reato al momento) o non le sta piacendo granché. In quel caso, se proprio non sapete che pesci pigliare, ditele di darvi una mano, anche in senso letterale. Guardare una donna che si masturba aiuterà a capire cosa e come le piace, senza contare che è terribilmente eccitante.

Quando entrate fatelo con calma (chiedete permesso e pulitevi i piedi) ed esplorate la parte esterna della cervice: per molte donne è più sensibile la parte “dell'uscio” piuttosto che quella dell'interno, e una penetrazione meno violenta spesso porta a maggiori risultati finali; è inoltre noto che una donna soddisfatta rompe meno i coglioni. Ovviamente il movimento rotatorio anche in questo caso stimola maggiormente le pareti e crea maggior piacere.

Un altro sintomo del raggiungimento dell'orgasmo femminile sono le contrazioni muscolari che potreste avvertire contro le dita. In tutto ciò la stimolazione di più zone erogene nel frattempo aiuterà sicuramente il raggiungimento del piacere femminile. Un esempio di alcune di esse sono i capezzoli, il collo, alcune parti vicine alla colonna vertebrale nella curva lordotica (poco sopra l'osso sacro), le mani e poi altre ancora, che però cambiano da persona a persona (per alcune sono le orecchie; figuratevi Dumbo come se la passerebbe bene). Ci sono poi donne a cui piace il silenzio assoluto, mentre ad altre piace ricevere complimenti (più o meno educati: dal “sei bellissima” al “prendilo tutto brutta troia”, no joke) durante l'atto sessuale.

Per quanto riguarda durata, ritmo, intensità e dose della penetrazione manuale, questo cambia non solo da donna a donna, ma anche di volta in volta, anche se posso assicurarvi che il sesso da conigli non piace a nessuno. Alcuni studi dicono che alle donne in pre-ciclo ad esempio piacciono di più gli uomini con più barba e rapporti più intensi, quasi violenti. Sia chiaro che la vagina non ha una lunghezza infinita e cambia molto a seconda dell'altezza. Non fidatevi dei porno, le donne non si masturbano così, non urlano e non hanno sempre litri di liquido che fuoriesce con l'orgasmo (mi dicono lo squirting sia molto di moda). Se per voi questi sono “solo” preliminari inutili poi non lamentatevi se la vostra donna si stufa di farvi i pompini.
giovedì 3 aprile 2014

Buckethead

Negli ultimi anni si sono susseguiti nella scena italiana generi sempre più assurdi, ormai difficili da difinire: tra gli emo farlocchi, ben poco simili ai veri primi emocore derivati dall'hardcore, e gli spernacchianti suoni di Skriller e degli pseudo-dj che a malapena sanno mixare due pezzi con un po' di fade, siamo alla frutta.
Per questo è tornato il momento di parlare di rock, di soli da quattro minuti ascoltati da ragazzi con lunghe chiome e giubbotti di pelle. Non solo da loro, ma sicuramente vi ho dato l'idea.

Ecco la storia di Buckethead, chitarrista rock e metal amante delle Gibson e dall'indiscusso talento. Indiscusso è anche però il suo precario stato mentale. Nessuno conosce il suo viso, poiché normalmente suona indossando una maschera bianca in cui solamente gli occhi sono vagamente visibili e soprattutto indossa ciò da cui prende il nome: un secchio vuoto di pollo fritto del KFC.

Bucket è cresciuto da solo in una fattoria, in cui a causa del suo comportamento scarsamente controllabile veniva spesso tranquillizzato tramite piccoli elettroshock, come di consuetudine in alcuni trattamenti psichiatrici degli anni '70. Per trovare sollievo dall'ambiente fin cui viveva, Bucket si dedicava alle galline, le quali un giorno purtroppo gli graffiarono violentemente il viso forzandolo a portare una maschera da quel momento in avanti.
Verso i dodici anni si fece regalare una chitarra e iniziò a suonare per distrarsi dalla sua quotidianità e in effetti iniziò a diventare parecchio bravo, eppure questo non faceva che aumentare l'attenzione su chi lo prendeva in giro, ad esempio gli rompevano davanti le uova di gallina che lui considerava come la sua vera famiglia facendolo soffrire. Gli tirarono pure addosso un secchio vuoto di pollo fritto del KFC, lui se lo mise in testa e corse al cimitero con la sua chitarra per esprimere la sua tristezza con la musica.

Colpiti da tanta tristezza, i suoi tutori lo portarono a Disneyland, dove lui cercò di vivere ed adattarsi, scoprendo presto che era impossibile vivere in un parco divertimenti. Tornato alla fattoria conobbe Maximum Bob e formò la sua prima band i Deli Creeps, non particolarmente bravi o famosi, ma in fondo Buckethead aveva solo 20 anni. Nei tredici anni successivi Bucket ha viaggiato per il mondo suonando, registrando, scoprendo i segreti dell'imbalsamazione e dei parchi divertimenti per poterne creare uno con le galline morte per omaggiarle chiamato Bucketheadland. Ah e si è pure dato alle arti marziali. Nei suoi incubi appare di tanto in tanto la sua versione malvagia, con una maschera nera, dal nome Death Cube K (anagramma di Buckethead) che lui impersona persino in alcuni album.

Tutta questa storia sarebbe tragicomica, se solo fosse vera. Infatti questa sorta di biografia che spesso viene raccontata intorno al personaggi di Bucket e che appare inoltre in forma più lunga sul suo sito è, in realtà, una montatura pazzesca.
È vero che Bucket ha iniziato a suonare a 12 anni e che ha formato la sua prima band a 20, anche il nome è esatto e lui si veste effettivamente in questo modo bizzarro, spesso anche con un fantastico impermeabile giallo canarino. Tutto il resto ha creato il personaggio che è dietro alla maschera.

Eppure Bucket è uno dei migliori chitarristi in circolazione, con all'attivo 69 album registrati, collaborazioni prestigiose da Iggy Pop a Serj Tankian, dai Guns N' Roses a Viggo Montersen - sì suona pure lui. Sarà che ad andare a scuola da gente come Mark Hammond o Paul Gilbert non puoi essere scarso, sarà che se vinci a 19 anni un contest per chitarristi negli USA qualcuno inizia a notarti.
Rimane il fatto che abbia partecipato alla mitica colonna sonora di Mortal Kombat, che nel 1997 abbia iniziato un almbum che non è mai stato pubblicato ancora dall'esplicito titolo "Buckethead Plays Disney", di cui spero di vedere l'uscita prima o poi.
Tra il 200 e il 2004 Buckethead ha raggiunto la notorietà facendo da tournista ai Guns N' Roses in cui ha dato sfogo alla sua creatività con questo incredibile assolo.



È chiaro che in ogni caso Brian, suo vero nome, non sia del tutto a posto con la testa: la sua ossessione per il pollo, palesata in titoli come "Chicken Noodles"; l'amore per la Disney e i parchi a tema; una sociopatia con forme di egocentrismo rendono il suo dualismo caratteriale ancora più marcato. Ha un amore per le arti marziali, i film horror e i racconti di Lovecraft, senza contare stelle del basket come Micheal Jordan e LeBron James che potete ammirare nella splash page del suo sito web (www.bucketheadland.com).

Nonostante questo tutti hanno voluto suonare con lui e solo quest'anno ha già prodotto 28 album solisti di cui l'ultimo uscito il 25 novembre 2013. Alla fine, almeno nel rock, non è solo l'aspetto che paga.
mercoledì 26 febbraio 2014

Ah ma quindi fai architettura

Oggi senti la necessità di spiegarmi. Perché forse negli anni la quantità di diverse sfumature del mio lavoro si è talmente confusa che alla fine chi mi conosce non capisce bene cosa faccia per vivere. Un po' come Chandler di Friends.

Mi sono laureata in Design della Comunicazione, sotto la classe di Disegno Industriale. Specifichiamo che Design era, precedentemente, sotto Architettura solamente al Politecnico di Milano, solitamente sotto sezioni quali Design, Arti applicate e simili. Quindi no, non so niente di architettura, non ho fatto statica, non so progettare un palazzo, non ho mai fatto un modellino di una casa e non mi piace neanche. Nel mio caso, comunicazione significa aver a che fare con tutti quegli artefatti comunicativi a livello visivo: video, foto, grafiche, poster, pubblicità, packaging e chi più ne ha più ne metta. Tra questi anche i siti web, le applicazioni e le illustrazioni.

Insomma un bel minestrone, mi rendo conto. Fatto sta che a me piace l'editoria, vorrei lavorare nell'impaginazione, oppure nel mondo di quella bella gente che sono i creative director. Ovviamente dato il mercato come gira, mi sono ritrovata a fare un po' di tutto, la maggiore esperienza che ho ormai (da quando avevo 19 anni quindi siamo quasi a 5 anni pieni - in mezzo ho avuto tesi, erasmus, crisi famigliari e così via - e sembra solo ieri) è in web design. La richiesta è mediamente alta, ma l'offerta anche, quindi spesso i prezzi sono scesi. Non solo, molte persone pensano di poter fare i web designer mettendo insieme due plug in su template prefatti. Altri pensano che fare il web designer sia una sorta di evoluzione hipster del web master, altri ancora che tu sia un web developer. I migliori sono quelli che non capiscono una mazza ma vogliono fare tutto loro, farlo fare al nipote, farlo guardando un tutorial su youtube. Va beh.

Ora, le figure si possono unire, modificare, integrare - evveva l'insiemistica! - ma ognuno ha delle caratteristiche. Anche se possono risiedere tutte in una singola persona, non è scontato.

Glossario semplificato:


Web designer: Progettista di interfacce grafiche front end. Solitamente ha conoscenze base di CSS, HTML, Php (opzionale, anche perché è un linguaggio discutibile) XML e Js.

Web developer: Si può dividere in front end, ovvero colui che scrive codice per far sì che il lavoro del web designer prenda vita tramite CSS, HTML, JS, JQuery e così via; back end, colui che costruisce CMS, popola DB, scrive in Java o in Python. Poveri cristi. A volte sono competenti in entrambi i campi.

Web master:
Figura ormai estinta che si occupava di amministrare il sito, che comprendeva le figure sovracitate in un periodo in cui il web era più semplice, tipo gli anni '90.


Ora, cari amici, cari conoscenti. Ho una laurea in Design, che vuol dire progettazione, non disegnare (drawing), esiste una disciplina nota come Computer Science, Informatica in italiano, in cui dei buffi ometti passano ore a scrivere codice e a fare battaglie di scrittura per Google (giuro, le fanno). Cose che io non mi sognerei mai di fare. Cose che fa quel pazzo del mio compagno. Personalmente la trovo una delle attività più noiose del mondo. Opinioni.
Altra cosa è Ingegneria informatica. No, non è la stessa cosa, ditelo ad un informatico e vi mangerà la testa come solo il conte Ugolino insieme ad Hannibal Lecter potrebbe fare. Gli informatici sono un po' razzisti.

Quindi cosa faccio io? Progetto, disegno, creo interfacce grafiche tenendo conto dell'interazione utente (esiste una disciplina specifica che è Interaction Design in cui questi aspetti sono approfonditi). Lavoro spesso con developers, coders, persone che conoscono il codice web a menadito, che fanno magie dando vita alle mie idee. Non ho mai scritto di essere una web developer, una web master, una coder. Conosco i linguaggi perché sono tenuta a sapere quali sono le possibilità a mia disposizione, le frecce al mio arco, ma io un arco non lo so fabbricare mica.

Non sono quella che fa i disegnini, non sono colei che passa il suo tempo a mettere la porporina sui fogli, ma non sono nemmeno un tecnico. Mi sono sentita dire "ma tu che usi il computer non è che mi puoi riparare…" ecco, no. Ho la fortuna di saper come funziona un pc, di aver fatto persino un esame sull'hardware, di saper assemblare un computer. Ma da lì a, che so, saper scrivere tutto da riga di comando ce ne passa. Non sono un'informatica, non lo voglio essere, non sono una che scriva codice e non voglio diventarlo. Chiedetemi cose che so fare o che mi interessa fare e che sono nelle mie corde, non di costruirvi un razzo missile con circuiti di mille valvole.

Infine, i compensi.
#coglioneno, #stocazzosì, come volete chiamarlo, ci siamo trovati tutti con le pezze al culo, in necessità di danaro e con l'ansia di non avere un lavoro fisso. Io detesto lavorare freelance, sarò sincera. Lo odio profondamente perché non mi dà la garanzia di pagarmi l'affitto, di avere un piatto in tavola ogni sera, di poter un giorno chiedere un mutuo per la casa. Lo faccio lo stesso. Ho avuto un lavoro vero per anni, sia part time che full time, in cui sono stata pagata il giusto, avevo l'ufficio col mio computer, il mio nome sui progetti, il riconoscimento delle mie capacità. Dovermi di nuovo abbassare a prendere le briciole per lavori che valgono molto più di 50 euro mi sembra un insulto non solo alla mia categoria, ma a me stessa. Ai soldi che ho investito nel mio titolo di studio, all'esperienza che ho e che mi costruisco ogni giorno.
Dire no, indignarsi, quando hai 600 euro in banca e un affitto da pagare è difficile. Però se penso ai circa 4 mila euro spesi per il PoliMi, a tutte le stampe che mi sono pagata da sola, lavorando, alle volte in cui tornavo a casa esausta e dovevo fare i progetti fino alle 2 di notte, per poi essere in ufficio alle 9.15 come ogni buon lavoratore, mangiare, andare in università, arrivare a casa e ricominciare. Con tutto questo, con il pensiero di chi come mia madre ha creduto in me, non riesco più ad abbassarmi.

Per farvi capire, un lavoro di un giorno pieno, facciamo 10 ore, a 100 euro sono 10 euro all'ora. Quando facevo ripetizioni da laureata erano 15 euro all'ora. Al liceo mi facevo pagare le tavole 10 euro. Al liceo. Le ripetizioni di latino e greco partono dai 20 euro all'ora per un laureato in triennale. Vi sembra corretto, quindi?

Apprezzo che mi consigliate ad amici e conoscenti, ma se devono essere lavori mal pagati e che neppure potrò un giorno mettere in portfolio, mi chiedo se abbiate effettivamente capito cosa faccio. Non sono una studentessa in cerca di lavoretti per comprarsi la gonna di H&M. Ho quasi 26 anni, vivo da sola col mio compagno, non chiedo sempre i soldi a mammina e devo pagarmi l'affitto come tutti. In tutto ciò volevo ringraziare chi, invece, mi ha passato bei lavori di cui sono fiera, quegli amici che mi hanno chiesto una mano e che mi hanno dato il giusto compenso. Grazie veramente.

Se ancora qualcosa non vi è chiaro, fatemelo sapere.
lunedì 24 febbraio 2014

È solo sesso


Tempo fa ho parlato in questa sede di Mister Grey (poi andrò a vedere il film giusto per farmi del male). Questa volta parliamo di una storia a puntat, non è finita ed è in continua pubblicazione online a quanto pare. Questa è la prima puntata e attualmente sono una quindicina o forse di più, purtroppo. La storia inizia in medias res quindi non sappiamo il nome della protagonista né il suo passato, il passato dell'uomo che si scopa in questo paragrafo e così via.

Salii le scale nel silenzio di una mattina qualunque. Il tipico silenzio qualunquinsta. L'ufficio era deserto, si sentiva solo il suono dei miei tacchi riecheggiare lungo i corridoi. Ero sola, Abbiam capito. gli altri non sarebbero arrivati prima di un'ora, ma avevo del lavoro da terminare prima della riunione delle 10. Di nuovo. Frustrazioni lavorative, dai hche attendiamo le frustate lavorative. Da qualche tempo, infatti, pareva che il nuovo capo si divertisse, con sadica insistenza, Uhm, sadismo. a sobbarcarmi di lavoro. Usava la scusa delle mie fantomatiche competenze e capacità, Modesta. ma secondo me era solo una ripicca perché con masochistica Uhm, masochismo. Ora che l'abbiamo citato siamo a posto. Ingolosiamo il lettore. ostinazione continuavo a respingere le sue avances, Virgola. cosa alla quale non era per niente abituato, Virgola. e cosa per niente semplice, Virgola. da parte mia, Virgola. visto il suo carisma, Virgola. il suo destabilizzante fare autoritario e adulatorio al tempo stesso, Virgola. e il suo corpo sexy da paura. Paura di non essere abbastanza forte per resistergli. Paura di rimanere senza virgole. Paura di rimanere intrappolata nella sua orbita Dopo la donna cannone ecco a voi la donna satellite. di promesse di incontenibile piacere Tipiche promesse di piacere incontenibile dei capi ufficio, di solito ciccioni grassi che ti fissano le tette. che mi attraeva come una mosca col miele. Ma mica erano le api?
Mi affacciai sul pianerottolo. Pianerottoli a forma di balcone. Il suo ufficio era vuoto, la luce era spenta. Lui non c'era. Probabilmente se la starà spassando con la biondina di turno. Pensai. Pensi pure in corsivo, brava!
Attraversai il corridoio sollevata di non dover fuggire da quello sguardo ardente che pareva risucchiarti l'anima, Praticamente sta parlando dell'occhio di Sauron. e proseguii verso la mia scrivania, ma non appena superai lo sgabuzzino della cancelleria, una ferrea stretta mi afferrò per la vita e mi trascinò all'interno di quel camerino buio. E qui inizia un porno o un horror. O un porno horror, ancora meglio. Chi non vorrebbe uno zombie in giarrettiera.

Non ebbi il tempo di gridare, di oppormi e nemmeno di respirare Quindi muori. che la porta si chiuse e due labbra calde, morbide, ansiose, si scagliarono sulla mia bocca, zittendomi definitivamente. Labbra che si scagliano, lanciate da chissà dove. Lei intanto non fa in tempo a far nulla sicuramente, povera.
Patrick Perché se scrivi in italiano dai nomi stranieri? Poi non era quello dell'omino del cervello? mi aveva teso un agguato. Roar. Stufo della mia indecisione e delle mie resistenze aveva giocato la carta della sorpresa, della forza e della prepotenza. Poteva direttamente venire alla tua scrivania e sbattertelo in erezione sui documenti e proporsi come fermacarte umano allora. Con prepotenza Aridaje. quella lingua si intrufolava nella mia bocca, Come un furetto. con prepotenza E tre, ma un sinonimo? le sue mani entravano nella mia carne, Praticamente la sta operando a cu…ore aperto. mi sbottonarono la camicetta, mi palpavano i seni e violarono le mie mutandine. Consecutio temporum, questa sconosciuta.
Stretta in quell'angolo buio cercai di oppormi a quella furia animalesca, cercai di resistere a quell'incontenibile passione che mi stava travolgendo. Un po' je piace eh. Cercai di essere più forte delle mie voglie. Io ci provai, lo giuro! To o' giuro! Ma come si fa a resistere a qualcosa di così piacevole che ti esplode nelle viscere? Un po' come quando mangi un taco piccante e poi sai che starai male tutta la notte. Qualcosa di così maledettamente eccitante da annullare tutto il resto? Non si può. Appunto. La verità, però, è che non mi opposi a quel bacio. Avevamo capito. Non cercai minimamente di oppormi a quelle labbra e a quella lingua che violavano la mia bocca, e non mi opposi a quelle mani che affondavano nella mia carne. Sì, squartami tutta! Io volevo quel bacio, lo volevo con tutta me stessa insieme a tutto quello che venne dopo. Dopo quando? Ah, adesso.
Mi fiondai Come…una catapulta! io stessa su quelle labbra che per tanto tempo avevo finto di non volere, le divorai, le succhiai Sto vizio de succhià, mamma mia. sfogando tutta l'eccitazione repressa, Repressa dove?! fregandomene di tutto quello che c'era fuori da quella porta. Ovvero, nessuno.
Il suo profumo mi riempiva le narici, il suo sapore mi riempiva la bocca, ma io ne volevo di più. Io volevo tutto. Voglio tutta la mortazza che ha, abbondi!

Litigai coi bottoni della sua camicia e vittoriosa gliela scagliai a terra. Medaglia d'oro in lancio della camicia slacciata. Nel buio di quello sgabuzzino non riuscii a vedere chiaramente il suo petto nudo, ma avevo talmente fantasticato su quei muscoli che non fece alcuna differenza. Tanto abbiamo capito che ti interessa solo farci insieme il cruciverba della domenica, già. Le mie mani sondarono quel torso tonico, Mani sonar. gli addominali scolpiti, le braccia tornite e la schiena possente che prometteva di reggere ad ore di sesso sfrenato. Lui fa sesso con la schiena a quanto pare.
Forse era proprio quel buio che aveva permesso alla me più porca di schizzare fuori. E via di parole zozze! La luce, forse, avrebbe inibito le mie pulsioni, forse. O forse no, non sarebbe cambiato nulla. Forse sei un po' troia e non devi stare a questionare.
Patrick si allontanò dalla mia bocca per scorrere con le labbra tutto il mio corpo. Scivolò dietro il mio orecchio Come fa a far scivolare le labbra dentro all'orecchio. e lungo il mio collo. Il ventre mi si contorse per l'eccitazione. Lui arrivò ai miei seni, succhiò i capezzoli portando via dal mio corpo il veleno di ogni remora, Remora velenosa, pericolosissima, poi morde solo i capezzoli come dice il manuale delle scienze. li mordicchiò incendiando le mie voglie e li titillò Uno dei verbi più cretini del mondo. con la sua lingua esperta. Una lingua laureata in titillologia signori. Gemetti sopraffatta mentre le sue dita scorsero sul mio ventre, intrufolandosi nel tanga e immergendosi negli umori che stavano annegando il mio sesso. Sesso in mare, sesso in mare! Un salvasesso, presto!
L'eccitazione si nutre di eccitazione. Si autofagocita, un auto cannibalismo pericolosissimo, per questo poi si estingue, come i panda.

Sentivo la sua voglia Figura retoricha che sta per cazzo. di me gonfiarsi fra le sue gambe e ingigantire la mia, già straripante, Praticamente una diga di squirting. voglia di lui. Liberai il suo sesso dai jeans All'urlo delle masse in manifestazione: cazzo libero! e lo afferrai. Era così fiero e vigoroso che desiderai di averlo dentro di me subito, in quello stesso istante. Chi non vorrebbe un cazzo fiero in effetti. Ma Patrick aveva altri piani. Piani per conquistare il mondo!
Mi fece salire sul tavolino dietro di me, Tavolini in sgabuzzini minuscoli. mi sfilò definitivamente la gonna e il tanga, e si chinò fra le mie gambe. Non riuscii più a contenermi. S'è rotta la diga. I miei gemiti sommessi divennero sempre più forti e selvaggi esattamente come il piacere che, come una scarica elettrica, percorreva tutto il mio corpo. L'uomo dalla lingua elettrica. Godevo per quella lingua, la sua lingua, Ah pensavo fosse una lingua che passava di lì per caso. che sapientemente si muoveva fra le mie cosce sapendo esattamente dove andar giù deciso Che è, un macete? e dove invece essere più delicato. Allargai di più le gambe per offrirgli il mio frutto prelibato Una papaya. in tutto il suo splendore. Una papaya luccicante. Volevo che lo assaporasse tutto, che lo divorasse per l'eternità, mai sazio di me. Un'abbuffata di papaya luccicante.
Mi penetrò con la sua lingua, Quindi lui è il nipote di Gene Simmons. succhiò le mie labbra, Ew. stuzzicò il perineo, Le lecca il culo, doppio ew. coccolò il clitoride fin quando Non si addormentò sereno. il mio piacere esplose nella sua bocca. La papaya è esplosa spinta dalla diga di squirting, ora lui annega. Sesso in mare!
Il cuore mi batteva all'impazzata, avevo il fiato corto come dopo una folle corsa, ma la mia voglia di lui non era passata, e lui lo sapeva. Continuò a baciarmi delicatamente preparandomi per il piatto forte. Basta papaya, mo' te magni 'a carbonara.
La sua bocca risalì il mio corpo, Come solo un salmone sa fare. indugiò sui miei seni E con questi che ci faccio mo' che sono senza veleno? e approdò sulla mia bocca. Finalmente in porto! Afferrai la sua testa trattenendolo a me, TRATTENENDOLO A ME. perdendomi nelle sue labbra e succhiando quella lingua, Ma fa schifo succhiare la lingua! che ancora sapeva di me e che mi aveva fatto godere poco prima. Al gusto di papaya squirtante.
Sentivo i suoi rantoli infoiati, No dai non c'è scritto sul serio. le sue braccia forti strette al mio corpo, le sue mani avide Damme li sordi! sulla mia schiena e sul mio seno.
Ero pronta per accoglierlo, Vieni caro, ho dato una spazzata al pavimento e ora è tutto in ordine. affamata di lui, del suo corpo, del suo sesso. Sostanzialmente unite Lorena Bobbit e Hannibal Lecter. Volevo che mi esplodesse dentro, Ce l'hanno con ste esplosioni. che godesse di me e con me. Volevo diventare per lui insostituibile e irrinunciabile. Ellamiseria tutta sta roba per du' bottarelle.

Sentivo il suo vigore Altra sottile metafora per cazzo. premere fra le mie gambe ancora intorbidite Non intorpidite eh, intorbidite, perché c'è l'acqua sporca. dall'orgasmo, la sua pelle contro la mia pelle, finché mi scivolò dentro per non uscirne più. Invece del lubrificante ha usato l'attack.
Reclinai la testa, Poltrone reclinabili e non solo, anche teste reclinabili! inarcai la schiena in preda a spasmi di piacere che mi arricciavano le dita dei piedi. Arriccia spiccia piediccia. Le sue mani aggrappate alle mie cosce, il suo bacino contro il mio. Ogni colpo secco e deciso era un passo verso il paradiso. Mi sa che sta sbattendo la testa nello sgabuzzino e vede le stelle.
I miei gemiti divennero veri e propri urli che Patrick tentò di attutire mettendomi una mano davanti alla bocca, Zitta, troia! ma in quel momento non m'importava che le mie grida di piacere si sentissero oltre quella soglia, La soglia dello sgabuzzino, manco fosse una casa. dove la luce del sole batteva sul mondo. Luce che batte sul mondo, sarà una sua collega all'angolo della strada. Anzi, che sentissero pure e che assistessero a quella scopata da Oscar. Poi ti fanno pure l'applauso e le foto sul red carpet. Convinta tesoro.
Osannai Dio Blasfemie a muzzo. e soprattutto pregai lui di non fermarsi e di scoparmi sempre più forte fin quando il secondo orgasmo arrivò con ancor più violenza del primo. Sembra una roba angosciante più che una scopata però.
Ero esausta, ma tremendamente felice e appagata.

«Sei un porco» Detto da lei! Sussurrai maliziosa vedendo la sua sagoma muoversi nell'ombra. E qui scopriamo che lui è di cartone.
 «E tu sei una gran troia Se n'è accorto. - Rispose avventandosi ancora sulle mie labbra - E questo lo tengo io»
Aveva raccolto il mio tanga e se l'era infilato nel taschino della giacca. In ufficio, la mattina, col tanga in tasca. Bella scelta.
«Ma non posso restare tutto il giorno in ufficio senza niente sotto» Protestai. Lo vado a dire alla maestra!
«Oh, sì che puoi - Replicò - Ed è proprio ciò che farai» Grandi dialoghi, per questo stavano zitti prima.
Furono le ultime parole che mi disse prima di uscire da quell'alcova ALCOVA?! Dai ora usiamo termini a caso perché abbiamo trovato il dizionario dei sinonimi. improvvisata ed immergersi nella routine di un'altra giornata di lavoro.
Fu così che tutto ebbe inizio. La mia avventura nel mondo dell'AIDS.

...

Dopo questo paragrafo ce ne sono ancora parecchi in cui scopriamo che lei si chiama Denise, è sposata, lavora in un ufficio in cui il capo del suo capo è suo marito e ha pagato il suo capo perché se la portasse a letto mentre lui guardava e la facesse diventare un troione pazzesco. Poi però lei si stufa, dopo giusto un'orgia e giochi sessuali a caso, quindi si dà alle donne e si fa una sua collega. Non so se voglio sapere come va a finire, ma sicuramente la prossima volta che lo leggo non voglio solo l'antivirus, pretendo anche un paio di guanti di gomma e una tuta ricoperta di idioticida.

venerdì 21 febbraio 2014

Vorrei essere un uomo

Ho visto Sanremo, ho visto il video di Kiev. Ho sperato che gli Ucraini andassero a Sanremo.
Tralasciando lo schifo che mi ha fatto Sanremo e il pippone che potrei tirare su Kiev, sul fatto che un paese sia in rivolta ed in Italia a malapena se ne parli, che quando i governi pensano sempre a se stessi e mai ai cittadini la gente non ne può più, ma invece di dire "vaffanculo" e fare le facce da pirla prenda in mano la situazione e si scagli contro (a volte anche fisicamente) a ciò che non accetta. In tutto questo abbiamo un nuovo governo ma nessuno ha votato. Fate voi.
Dato che mi va di tirar pipponi perché sono scazzata col mondo, vi parlerò dell'essere donna. No, non parlo di mestruazioni.

A volte detesto essere donna e vorrei essere un uomo. Non ho l'invidia del pene, mi piace essere un essere tecnicamente riconosciuto come femminile, eppure vorrei essere un uomo.
Vorrei essere un uomo per arrabbiarmi senza passare per isterico, termine collegato alle ovaie che per gli uomini pare non aver rilevanza, nonostante sia brutale e irrispettoso. A me lo hanno detto la prima volta a 7 anni. Il tipo si è beccato sonore botte, dato che ha continuato per due anni. Ovunque tu sia A.B. spero che quelle mazzate ti siano rimaste in mente, io ci ho goduto tantissimo. Forse perché ho vinto e tua madre mi ha dato ragione.

Vorrei essere un uomo per fare la voce grossa senza passare per mestruata, per avere rispetto dei miei collaboratori, per avere amici che non pensano a scoparmi e amiche che pensano a minarmi. Per non avere la gelosia cattiva delle donne addosso, di quelle donnette povere nell'animo che sanno solo vedere il brutto in tutti gli altri e il meglio di sé, che nulla raggiungono e tutto vogliono e che lamentano la loro povertà d'animo attendendosi una smentita.

Vorrei essere un uomo per poter smettere di aver paura quando cammino la notte da sola, per non avere apprezzamenti se metto una gonna a mezza coscia o insulti se metto la stessa gonna ma sono grassoccia. Vorrei essere un uomo per poter essere grasso ed apparire in tv in mutande senza che nessuno si scandalizzi, quando invece è una donna si urla subito allo schifo. Vorrei essere un uomo per poter girare vestito come mi pare senza che nessuno si senta in dovere di dirmi ciò che pensa urlandomelo in faccia.

Vorrei essere un uomo per poter girare d'estate vestito comodamente senza beccarmi gli sguardi adirati di altri uomini perché si sentono minacciati. E questa ve la spiego, perché avere sconosciute che ti guardano male, tanto da farsi notare da amici con cui stai camminando tranquillamente, come se avessi fatto loro un torto per me non ha senso. Soprattutto non essendo una bellona che va in giro scosciata. Tanto per dire, avevo un vestito con gonna fino alle caviglie e spalle scoperte. Neanche mia nonna 80enne mi guarda male se scopro le spalle.

Vorrei essere un uomo per potermi lamentare della società senza passare per la noiosa pseudo femminista incazzata, che tanto le femministe con tutte cesse e i maschilisti invece sono quelli con le palle d'acciaio. Vorrei essere un uomo per sentirmi dire che sono un uomo con le palle, che donna con le palle no grazie veramente faccio a meno.

Non dico che gli uomini non abbiano problemi, non siano mai discriminati, non siano insicuri, insultati, sminuiti e così via. Sarebbe falso. Ma dico che a volte, anche se adoro essere una donna, ti trovi a voler urlare la tua rabbia e reprimerti più o meno inconsciamente perché una donna col cervello e il coraggio di dire ciò che vuole non verrà presa sul serio, anzi verrà spesso accusata di avere il ciclo mestruale.