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giovedì 3 aprile 2014

Buckethead

Negli ultimi anni si sono susseguiti nella scena italiana generi sempre più assurdi, ormai difficili da difinire: tra gli emo farlocchi, ben poco simili ai veri primi emocore derivati dall'hardcore, e gli spernacchianti suoni di Skriller e degli pseudo-dj che a malapena sanno mixare due pezzi con un po' di fade, siamo alla frutta.
Per questo è tornato il momento di parlare di rock, di soli da quattro minuti ascoltati da ragazzi con lunghe chiome e giubbotti di pelle. Non solo da loro, ma sicuramente vi ho dato l'idea.

Ecco la storia di Buckethead, chitarrista rock e metal amante delle Gibson e dall'indiscusso talento. Indiscusso è anche però il suo precario stato mentale. Nessuno conosce il suo viso, poiché normalmente suona indossando una maschera bianca in cui solamente gli occhi sono vagamente visibili e soprattutto indossa ciò da cui prende il nome: un secchio vuoto di pollo fritto del KFC.

Bucket è cresciuto da solo in una fattoria, in cui a causa del suo comportamento scarsamente controllabile veniva spesso tranquillizzato tramite piccoli elettroshock, come di consuetudine in alcuni trattamenti psichiatrici degli anni '70. Per trovare sollievo dall'ambiente fin cui viveva, Bucket si dedicava alle galline, le quali un giorno purtroppo gli graffiarono violentemente il viso forzandolo a portare una maschera da quel momento in avanti.
Verso i dodici anni si fece regalare una chitarra e iniziò a suonare per distrarsi dalla sua quotidianità e in effetti iniziò a diventare parecchio bravo, eppure questo non faceva che aumentare l'attenzione su chi lo prendeva in giro, ad esempio gli rompevano davanti le uova di gallina che lui considerava come la sua vera famiglia facendolo soffrire. Gli tirarono pure addosso un secchio vuoto di pollo fritto del KFC, lui se lo mise in testa e corse al cimitero con la sua chitarra per esprimere la sua tristezza con la musica.

Colpiti da tanta tristezza, i suoi tutori lo portarono a Disneyland, dove lui cercò di vivere ed adattarsi, scoprendo presto che era impossibile vivere in un parco divertimenti. Tornato alla fattoria conobbe Maximum Bob e formò la sua prima band i Deli Creeps, non particolarmente bravi o famosi, ma in fondo Buckethead aveva solo 20 anni. Nei tredici anni successivi Bucket ha viaggiato per il mondo suonando, registrando, scoprendo i segreti dell'imbalsamazione e dei parchi divertimenti per poterne creare uno con le galline morte per omaggiarle chiamato Bucketheadland. Ah e si è pure dato alle arti marziali. Nei suoi incubi appare di tanto in tanto la sua versione malvagia, con una maschera nera, dal nome Death Cube K (anagramma di Buckethead) che lui impersona persino in alcuni album.

Tutta questa storia sarebbe tragicomica, se solo fosse vera. Infatti questa sorta di biografia che spesso viene raccontata intorno al personaggi di Bucket e che appare inoltre in forma più lunga sul suo sito è, in realtà, una montatura pazzesca.
È vero che Bucket ha iniziato a suonare a 12 anni e che ha formato la sua prima band a 20, anche il nome è esatto e lui si veste effettivamente in questo modo bizzarro, spesso anche con un fantastico impermeabile giallo canarino. Tutto il resto ha creato il personaggio che è dietro alla maschera.

Eppure Bucket è uno dei migliori chitarristi in circolazione, con all'attivo 69 album registrati, collaborazioni prestigiose da Iggy Pop a Serj Tankian, dai Guns N' Roses a Viggo Montersen - sì suona pure lui. Sarà che ad andare a scuola da gente come Mark Hammond o Paul Gilbert non puoi essere scarso, sarà che se vinci a 19 anni un contest per chitarristi negli USA qualcuno inizia a notarti.
Rimane il fatto che abbia partecipato alla mitica colonna sonora di Mortal Kombat, che nel 1997 abbia iniziato un almbum che non è mai stato pubblicato ancora dall'esplicito titolo "Buckethead Plays Disney", di cui spero di vedere l'uscita prima o poi.
Tra il 200 e il 2004 Buckethead ha raggiunto la notorietà facendo da tournista ai Guns N' Roses in cui ha dato sfogo alla sua creatività con questo incredibile assolo.



È chiaro che in ogni caso Brian, suo vero nome, non sia del tutto a posto con la testa: la sua ossessione per il pollo, palesata in titoli come "Chicken Noodles"; l'amore per la Disney e i parchi a tema; una sociopatia con forme di egocentrismo rendono il suo dualismo caratteriale ancora più marcato. Ha un amore per le arti marziali, i film horror e i racconti di Lovecraft, senza contare stelle del basket come Micheal Jordan e LeBron James che potete ammirare nella splash page del suo sito web (www.bucketheadland.com).

Nonostante questo tutti hanno voluto suonare con lui e solo quest'anno ha già prodotto 28 album solisti di cui l'ultimo uscito il 25 novembre 2013. Alla fine, almeno nel rock, non è solo l'aspetto che paga.

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